McDonald’s fa greenwashing in Piemonte: nello specifico sceglie un Consorzio di Agliè promosso da un’azienda di Rivarolo, la Società Agricola Mellano S.S..
Greenwashing è un neologismo e indica la strategia di comunicazione di imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale. Lo scopo è fuorviare l’opinione pubblica sugli effetti dannosi per l’ambiente causati dai processi produttivi non sostenibili.
L’operazione strategica di riposizionamento, partita da Expo2015 (progetto Fattore Futuro) con la consulenza e l’appoggio della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), ha avuto un primo risultato con il coinvolgimento di Raffaella Mellano, una delle titolari di Società Agricola Mellano S.S., e del Consorzio Natura e Alimenta da lei promosso.
Ieri il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un lungo articolo intervista all’imprenditrice agricola, già dirigente di CIA, all’interno delle stalle e con grande profusione di termini come “biologico”, “biodinamico” ecc. ecc.
L’articolo ci informa che il Consorzio Natura e Alimenta fornirà un minimo di 100 animali all’anno da macellare al colosso americano.
Non conosciamo il Consorzio, né la realtà della stalla. Sarà sicuramente una bella realtà, ma pensiamo che i numeri dell’accordo non sposteranno di una virgola gli equilibri ambientali e la qualità della carne. E pensiamo che non siano etichette come “biologico” e “biodinamico” la via per portare la vera qualità.
Il nostro non è luddismo nei confronti di McDonald’s, ma confermiamo che le cifre dell’accordo ci sembrano irrisorie per rappresentare un reale cambiamento. McDonald’s ha in Italia oltre 500 ristoranti e 18.500 dipendenti (fonte SDA-Bocconi).
Pensiamo, e lo penseremo sempre, che la vera differenza la farebbe una seria riorganizzazione dei fornitori storici e dell’apporto calorico dei menù. Meno bibite gasate e dolci, più acqua e più verdure. Utopia?